Correlophus ciliatus

Il mio geco si chiama Aurelius, per gli amici Aurelio, nato il 02/09/2019, qui di seguito alcune foto.

Correlophus [ex Rhacodactylus] ciliatus

Questa specie è stata riscoperta recentemente, nel 1994, nelle foreste tropicali dell’arcipelago della Nuova Caledonia dopo che è stato dato per estinto per alcuni anni. Oggi, il ciliatus continua ancora a guadagnare popolarità, grazie soprattutto al suo fascino preistorico e alla sua semplicità d’allevamento.
Il futuro per i ciliatus e le altre specie di Rhacodactylus continua ad essere roseo – o per lo meno in cattività-, poiché l’aumento della loro popolarità e della loro diffusione allontana l’incubo che questi animali possano estinguersi, soprattutto a causa della diminuzione delle foreste che abitavano.

Ordine: Squamata

Sottordine: Gekkota

Famiglia: Gekkonidae

Sottofamiglia: Diplodactylinae

Genere: Correlophus

Specie: ciliatus

Nomi Comuni: geco cigliato

Distribuzione: foresta vergine dell’arcipelago della Nuova Caledonia, in particolare sull’isola di Grand Terre, sull’isola di Kotomo e a Isle of Pines.

Descrizione: gli esemplari adulti misurano circa 20-25 cm di lunghezza coda compresa che, semi prensile, rappresenta metà della lunghezza totale dell’animale. Peso variabile tra i 40 e i 50 g per un esemplare adulto.

La variabilità cromatica è davvero notevole, e si stanno selezionando esemplari dalla colorazione sempre più definita. Il colore del geco cambia poi a seconda di fattori ambientali, quali umore, temperatura, stress, e del momento del giorno, presentandosi chiaro di giorno mentre il geco riposa (fire down) e assumendo colori davvero accesi la notte (fire up).

Descrizione: gli esemplari adulti misurano circa 20-25 cm di lunghezza coda compresa che, semi prensile, rappresenta metà della lunghezza totale dell’animale. Peso variabile tra i 40 e i 50 g per un esemplare adulto.

La variabilità cromatica è davvero notevole, e si stanno selezionando esemplari dalla colorazione sempre più definita. Il colore del geco cambia poi a seconda di fattori ambientali, quali umore, temperatura, stress, e del momento del giorno, presentandosi chiaro di giorno mentre il geco riposa (fire down) e assumendo colori davvero accesi la notte (fire up).

L’importante è sapere che i ciliatus sono animali notturni. Anche se talvolta sono visibili, la maggior parte delle volte trascorrono le giornate  nascosti, il mio ad esempio si nasconde dietro a delle foglie e un ramo, anche se ha a disposizione una confortevole grotta, uscendo allo scoperto al calar della luce. Non lasciare al geco dei rifugi a sua disposizione può provocare stress, che può portare a un declino della sua salute. Se cerchi un sauro da osservare durante il giorno, questo animale non fa per te.

Carattere: i ciliatus sono relativamente docili e non troppo veloci, anche se sono davvero imprevedibili nei loro movimenti. Possono infatti stare immobili nella tua mano per minuti, per poi improvvisamente spiccare balzi di una certa rilevanza.

C’è inoltre da tenere in considerazione che questa specie perde la coda (autotomia) con facilità se impaurito, un po’ come le lucertole nostrane; a differenza di queste però, non viene rigenerata, e l’animale rimarrà con un piccolo moncherino. Si tratta in ogni caso prassi abbastanza diffusa che non crea problemi posturali all’animale, tanto che in natura si trovano quasi ed esclusivamente esemplari senza coda.

Correlophus ciliatus, Habitat - Copyright: Exo Terra

Info terrario & mantenimento

Terrario: trattandosi di un animale arboricolo il terrario dovrà essere a sviluppo prevalentemente verticale, preferibilmente con un lato interamente in rete. Per una coppia o un trio adulto mi sento di consigliare 60 x 40 x 60h cm, arredato con piante (vere o finte), cortecce tubolari nelle quali possano nascondersi, e tronchi sui quali possano arrampicarsi.

Naturalmente le misure per esemplari giovani dovranno essere in proporzione più piccole, si corre infatti il rischio che un animale piccolo in un terrario enorme faccia fatica a trovare cibo e deperisca in fretta. Per esemplari giovani consiglierei un faunabox sterile, con carta assorbente inumidita come fondo, un paio di nascondigli, una piantina finta e qualche rametto.

Il mio terrario è della misura 30x30x45, allestito con legni trovati in natura e alcuni componenti acquistati su Aliexpress, acquistati molto tempo prima a causa delle tempistiche di spedizione. In particola un legno è con del muschio attaccato che al mattino quando nebulizzo, oltre che rinvenire, trattiene molte gocce d’acqua, utili per mantenere elevata l’umidità.

Terrario della Exo Terra

Temperatura: il range di temperatura ottimale dei ciliatus va da 20°C a 27°C; se li si tiene in casa e la temperatura non scende mai sotto i 20° è possibile non utilizzare fonti di riscaldamento. In caso contrario è sufficiente applicare un tappetino riscaldante termostatato su di una parete verticale del terrario,  avendo cura di posizionare la sonda del termostato a diretto contatto con la parete interna.

Sottolineiamo però come una temperatura superiore ai 30°C possa stressare l’animale; sarebbe bene posizionarlo in una stanza della casa più fresca o abbondare con le nebulizzazioni.

Umidità: trattandosi di un animale che abita foreste tropicali, raccomando un’umidità del 60% con picchi dell’80% in fase di nebulizzata serale. È bene nebulizzare non soffermandosi solamente sul substrato, ma insistendo soprattutto sulle foglie, perché è leccando le goccioline che si formano su di esse che il geco si disseta.

Un terrario arredato in maniera naturalistica, quindi con un substrato di torba o fibra di cocco, con l’inserimento di piante vere (preferite la sanseveria e il photos) aiutano a mantenere elevato il livello dell’umidità.

Illuminazione: essendo un geco notturno si da per scontato che durante il giorno sia ben nascosto in anfratti e cavità degli alberi, quindi non raggiungibile dalla radiazione solare. In ogni caso alcuni allevatori utilizzano una lampada con basso apporto di UVB (2%), soprattutto per i baby e per le femmine gravide.

Il mio terrario in allestimento

Alimentazione & integrazione

Alimentazione: gechi onnivori, necessitano nelle prime fasi della loro esistenza di una dieta composta prevalentemente da insetti (grilli, blatte, bachi da seta, anche se poco mobili e difficili da far accettare, e tarme della farina, anche se più difficili da digerire per il rivestimento chitinoso)  mentre da adulti in natura non disdegnano frutta ben matura: possiamo dunque supplire offrendo all’animale omogenizzati vari (preferiscono mela e banana, gusto tropicale; assolutamente no arancia e agrumi; si può effettuare un’integrazione proteinica con omo di pollo senza sale)

Integrazione: è importante ricordare che gli insetti da pasto, oltre ad esser ben nutriti, vanno spolverati  con carbonato di calcio precipitato (acquistabile in farmacia a pochissimo ) o con Ca+D3; la D3 è indispensabile ai gechi per sintetizzare il calcio e fissarlo alle ossa.

Il calcio puro lo si può dare praticamente sempre non da problemi, della D3 invece, nonostante sia utilissima, non bisogna abusarne; la consiglio solo un paio di volte a settimana. Da evitare invece i prodotti polivitaminici.

Aurelius in posa

Riproduzione

Il dimorfismo sessuale è molto accentuato e riconoscere il sesso degli individui adulti è piuttosto semplice: i maschi presentano infatti alla base della coda due grossi bulbi sporgenti che contengono gli emipeni, che ovviamente mancano nelle femmine; sono osservabili anche pori femorali negli esemplari di sesso maschile.

Riproduzione: premesso che, a causa della spiccata territorialità che presentano, per nessuna ragione vanno tenuti due maschi assieme nello stesso terrario, si possono invece formare harem di un maschio più svariate femmine, anche se in alcuni casi  è capitato di dover separare femmine che presentavano segni di aggressività nei confronti di altre femmine.

È bene che le femmine che si vuole far riprodurre abbiano almeno un anno di età e un peso superiore ai 35 grammi; questo per evitare distrocia, cioè l’incapacità dell’animale nell’espellere le uova.

Dopo tre o quattro settimane dall’accoppiamento la femmina depone due uova (talvolta uno solo) di 2 cm circa; è quindi necessario controllare il substrato alla ricerca di eventuali uova deposte. Un alternativa è spostare la femmina gravida in un terrario sterile, fornendo una singola vaschetta per alimenti riempita di torba, in modo di avere la certezza del luogo di deposizione. È preferibile mettere la vaschetta in un angolo riparato o chiuderla con il proprio coperchio, ritagliandovi un buco attraverso il quale l’animale possa passare, in modo che non si senta troppo esposto durante la deposizione.

Incubazione: una volta recuperate le uova, stando attento a non rigirarle, le segno con un segno di matita, dopodiché le sposto in una vaschetta di quelle per alimenti,  forate per garantire un minimo di circolazione dell’aria, con un paio di cm di substrato sul fondo.

Come substrato possiamo utilizzare vermiculite o torba, bagnata con un rapporto  1 (peso del sub-strato) : 1 (peso dell’acqua), o oppure di 2:1 se si utilizza perlite.

Ovviamente il sub-strato tende a disidratarsi col tempo, specialmente se la scatoletta è stata forata; occorre quindi inumidirlo regolarmente a seconda delle necessità, prestando attenzione a non bagnare direttamente le uova che potrebbero danneggiarsi.

Le temperature d’incubazione possono andare da 21 ai 27 gradi. L’incubazione durerà da 60 a 90 giorni a seconda della temperatura.

Va detto che a temperature elevate corrisponde uno sviluppo embrionale veloce con elevato rischio di malformazioni, debolezza e morte nell’uovo; quindi è meglio non superare i limiti.

Il dimorfismo sessuale non è riscontrabile nei baby.

Curiosità

La facilità con cui si può allevare e riprodurre il geco crestato e la gamma di colori che presenta l’ha reso uno dei rettili più apprezzati da allevatori e appassionati.

Ogni colorazione viene definita “morph” ha un nome che la identifica, ad esempio i dalmatian son caratterizzati da punti neri più o meno numerosi, gli harlequin sono quegli esemplari con macchie di colore su arti, fianchi e dorso, ecc… inoltre anche le colorazioni vengono identificate con terminologie inglesi red (rosso), yellow (giallo), orange (arancio), ecc…
Ci sono però alcune curiosità da sapere riguardo a queste mutazioni di colore.

Prima di tutto, quasi tutte le colorazioni presenti in terrariofilia sono rinvenibili anche in natura (non come nel geco leopardino dove la livrea tipica è a chiazze marroni o nere, con fondo giallo, bianco o nocciola), ci sono poche eccezioni. In primis le selezioni, cioè se in natura è possibile trovare un harlequin un extreme-harlequin inizia ad allontanarsi dalla forma naturale, un po’ come un superdalmatian, cioè un animale con un numero di punti neri molto elevato.
Un’altra colorazione che non è comune in natura è quella chiamata Lilly White, animali che presentano una buona parte del corpo totalmente depigmentata e completamente bianca. Potrebber ricordare una forma di piebaldismo, ma geneticamente invece di essere recessivo è dominante incompleto.
La seconda curiosità riguardante le colorazioni di C. ciliatus è che sono poligenetiche, quindi poche si trasmettono seguendo la classica tabella mendeliana, ad oggi si sa che il Dalmatian e il Pinstripe sono dominanti, il Lilly White dominante incompleto e pare che l’Axanthic sia recessivo.
Ciò non significa che le altre colorazioni non possano essere trasmesse alla prole, ma semplicemente che per poter tramandare in modo netto o maggiorato un carattere andrà fatto un lavoro di selezione su una o più caratteristiche che siano di colore o di livrea.
La terza ed ultima curiosità sulla morfologia del geco crestato deriva da alcune osservazioni fatte in natura. Dalle spedizioni in Nuova Caledonia risalenti a metà degli anni 90′ era stato evidenziato come C. ciliatus nell’areale distributivo più a Nord fosse di dimensioni maggiori rispetto a quelli a Sud, inoltre, anche i colori cambiavano ad esempio quella che viene definito come “tiger” sarebbe il pattern tipico degli animali del Nord, mentre i “Fire” e gli “Harlequin” sono tipicamente del Sud. Purtroppo queste differenze di popolazione si sono mischiate in allevamento, quindi ad oggi non sono più caratteristiche utili all’identificazione di popolazione.

Fonte: https://www.apaeweb.com/scheda-allevamento-correlophus-ciliatus/